Mi dia due tranci di Shiberia

Se questa frase vi è familiare, avete il cuore spezzato. Ma non tanto per la Shiberia (o Siberia, una tortina deliziosa), quanto per il ricordo del film da cui è tratta.

La battuta è tratta da Si alza il vento (Kaze tachinu, 風立ちぬ), lungometraggio animato del 2013 scritto e diretto dal grande maestro giapponese Hayao Miyazaki. Previsto come sua ultima opera (dichiarazione poi ritirata, con il sollievo di milioni di appassionati), è la vera storia di Jiro Horikoshi, l’ingegnere aeronautico che progettò il leggendario caccia Mitsubishi Zero (A6MI) con i quali l’esercito nipponico bombardò Pearl Harbor.

Zero.png

Lo spettatore assiste alla nascita e allo sviluppo della passione di Jiro per l’aviazione – parallela a quella più che dichiarata del regista, riflessa prima di tutto nel nome del suo Studio Ghiblidall’infanzia all’età adulta, attraversando situazioni e scenari tanto meravigliosi quanto drammatici. Le due fonti di gioia della sua vita, gli aerei e l’amore per Naoko, celano infatti una sorgente di enorme dolore, che il protagonista riesce a compensare solo aggrappandosi con tutte le sue forze alla visione che lo guida. Alle fondamenta di questi temi portanti giace il leitmotiv che attraversa l’intera opera: i versi tratti dal Cimitero marino di Paul Valéry «Si alza il vento…bisogna tentare di vivere (Le vent se lève…il faut tenter de vivre)». Questi due versi, oltre a riflettere in sé il dolore, la speranza e lo sguardo sempre rivolto verso il cielo, sono una citazione dell’omonimo romanzo autobiografico di Tatsuo Hori del 1936, da cui è tratta gran parte della storia d’amore di Jiro e Naoko.

Oltre a portare alla ribalta la storia poco conosciuta di Jiro Horikoshi e il mito caro agli italiani di Giovanni Battista Caproni, conte di Taliedo e pioniere dell’aviazione, Si alza il vento ha un ulteriore grande pregio: ridare al mondo la torta Siberia.

Bocca

Siberia wagashi

Piccola e densa, la torta Siberia (detta wagashi, cioè preparata alla giapponese) compare in una scena altrettanto piccola e densa: una notte, Jiro torna tardi dal lavoro e dopo aver comprato due fette di torta al piccolo alimentari di quartiere, offre il pacchetto ad alcuni bambini per strada. Sono malnutriti per la guerra, e il loro volto stanco si gonfia di spavento quando lui gli si avvicina per offrirglieli. Il loro volto è quello del Giappone nella seconda guerra mondiale, e i modesti tranci di Siberia sono il simbolo più profondo della sua identità.

La Siberia è una torta con impasto di castella (pan di spagna di origine portoghese), farcita con una pasta morbida di fagioli rossi (yokan). Creata nel Kanto all’inizio del XX secolo, si crede debba il nome alla somiglianza con la transiberiana (una rotaia nella neve) o alle torte a strati russe. Malgrado la passata popolarità, non è facile da trovare nelle pasticcerie giapponesi, perché considerato un piatto povero: se non avete la fortuna di trovarvi al Museo Ghibli in Giappone, dove viene servita in riferimento all’opera di Miyazaki, la potete trovare nei loro supermercatini 24/7.

Per tutti coloro che vogliano vedere Si alza il vento, piangere ed essere felici, consiglio di fare la Siberia in casa. E comprare i fazzoletti.

 

 

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