Metodo Montessori meets Capri-Revolution

La libertà di agire. Sembra il caposaldo di una costituzione occidentale, o l’ideale sotteso alle gesta di un eroe tragico, ma è (solo) il principio alla base del metodo Montessori. Il sistema pedagogico creato dalla neuropsichiatra di Chiaravalle Maria Montessori (1870-1952) è infatti poggiato sulla convinzione che indipendenza, libertà di scelta nel percorso educativo e rispetto delle proprie esigenze siano valori importanti tanto per i bambini quanto per gli adulti.

four boy playing ball on green grass

Il processo di apprendimento può e deve spaziare con creatività, coinvolgendo i sensi proprio come le capacità intellettive. Se la scuola classica stimola la vista, e al più l’udito, i ragazzi Montessori possono appoggiarsi anche al tatto. Esempio cardine sono le tavole tattili. In ordine di complessità per bambini dai 2 ai 3 anni e mezzo, le tavole tattili sono essenzialmente di tre tipi: quelle dalla consistenza liscia/ruvida, da sfiorare, quelle bariche, da soppesare, e quelle termiche, la cui temperatura può essere percepita grazie ai diversi materiali di cui sono fatte.

tavola tattile

tavola-tattile

tavola_tattile

 

 

 

 

 

 

La libertà di gestire i propri sensi rientra a pieno titolo nella libertà di azione e di pensiero, che rientra a sua volta in un processo di responsabilizzazione vissuto ancora oggi come rivoluzionario.

Occhio

 CAPRI-REVOLUTION

Quella stessa riscoperta, la percezione di sé stessi come esseri umani completi e corporei e una scelta autonoma per la propria formazione sono anche il fulcro dell’ultimo film di Mario Martone, Capri-Revolution.

Metodo_Montessori_Capri_Revolution_Giaume

L’iper-premiato regista rappresenta lo spirito di incontro-scontro tra tradizione e identità nella figura di Lucia, giovane capraia dell’isola nel 1914. Capri, lontana da un mondo in guerra e da un’Italia sull’orlo dell’interventismo, non è solo la casa della sua famiglia, ma anche il luogo eletto da una comune di giovani nordeuropei per fondare una nuova società, poliglotta e poliamorosa. Il santone che li guida, pittore ed erborista, è il giovane Seybu, compagno di molti nella comunità e padre di alcuni dei bambini che vengono cresciuti a Capri. La ricerca dell’armonia con la natura, attraverso rappresentazioni teatrali, nudismo e vegetarianesimo, si unisce allo studio della bellezza e dell’arte, tra sperimentazioni (anche estreme) e influenze politiche (dei primi rivoluzionari russi). Seybu, e la comune, sono parzialmente ispirati alla vera figura del pittore Karl Diefenbach, stabilitosi sull’isola nei primi del Novecento, e del circolo artistico e spirituale da lui creato.

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© Galleria d’Arte Thule, Roma

Lucia, magistralmente interpretata da Marianna Fontana, è attratta dal magnetismo del leader  e dallo stile di vita della comunità, malgrado siano fortemente avversati dalla società primonovecentesca dell’isola (che li evita in toto rifiutandosi perfino di nominarli). Dopo la morte del padre, la prospettiva di un disgustoso matrimonio combinato la getta definitivamente nell’orbita della scoperta, e più scopre più cambia. Ma Lucia, se pure comincia a vedere il mondo attraverso gli occhi dei rivoluzionari, sceglie sempre di non farsi influenzare: impara a leggere, discute con il medico dell’isola (l’unico istruito) e mette in discussione i principi artistici del gruppo. Quando i suoi fratelli partono per la guerra, la sua prospettiva sullo scopo dell’umanità si evolve definitivamente, e la conduce al compimento di una personale rivoluzione.

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