Benvenuti nel durante Covid, quello iato che non è il paradiso 2019 e non è l’inferno degli ospedali: è più un purgatorio che fissiamo ossessivamente e ignoriamo con determinazione. Allo stesso tempo solitario e comunitario, egoista e generoso, silenzioso e rumoroso.
Impastare con la nonnina, postare con l’influencer, fare addominali con l’enorme: stare a casa è un’opportunità per chi si fa vedere e chi vede, nella migliore lezione del “pagamento in visibilità“. Le manifestazioni di solidarietà si mescolano elegantemente con la volontà di mettersi in mostra, e mentre tutti diventano il miglior esperto di qualcosa la frequenza con cui i miei contatti si copiano a vicenda cresce esponenzialmente (quasi sicuramente è successo anche a voi).
Poi ci sono le lezioni: imparare a programmare con le università americane della prestigiosa Ivy League, aprire una startup con gli esperti italiani e non, gestire lo stress (e qui si spazia dalla popolarissima “Science of well-being” di Yale a guru, yogini e sacerdoti misterici). I corsi impazzano, così come le estensioni didattiche ai browser (a me piace molto quella per le lingue straniere di Chrome lanciata per Netflix, ma ce ne sono molte).
L’arricchimento spirituale è parecchio più complesso: vedere in 3D un’opera non è come respirarci accanto, passeggiare per le navate di una cattedrale non ti lascia sentire sulla pelle il freddo delle sue pietre, ascoltare il riverbero di una viola su Facebook non è come sentirla respirare dalla buca dell’orchestra. Come tra due amanti, il video di un’opera non compensa che un senso e lascia un retrogusto amaro. Ci sono però iniziative creative che a mio avviso compensano meglio questa mancanza, restituiscono materia. Una di queste è quella dalla Tate Britain di Londra, una delle gallerie più importanti del Regno Unito. Facilitata da una pagina pre-esistente per il coinvolgimento dei bambini, il sito della Tate è a disposizione dei giovani e giovanissimi artisti che vogliano ispirarsi ai grandi del passato per cominciare o ricominciare a creare. Con le mani.
Non ci sono folli pretese rivolte ai bambini (se volete sentirvi dei falliti, questo è il link a un pezzo dell’Huff Post del 2012 sul tema), né distruzioni creative come i temuti capolavori-fai-da-te (basti vedere i Mona Lisa kit su Etsy): solo una libera ispirazione ai capolavori dell’arte per lo più contemporanea, un omaggio divertente che dedica la meritata attenzione al bistrattato senso del tatto (grazie, Maria Montessori).
Ora, se permettete, devo creare un Pollock con la cioccolata. Per motivi di ricerca artistica, s’intende.